Valle Segà

Biodiversità

Valle Segà è area di rilevante interesse per la biodiversità. Essa, difatti, è inserita all’interno di quattro istituti di tutela ambientale. Un terzo della sua superficie ricade nel Parco Regionale Veneto del Delta del Po, istituito nel 1997, il quale garantisce in particolare la protezione della fauna dall’attività venatoria.

L’intera superficie, invece, è ricompresa all’interno di due Siti della Rete Natura 2000: essi sono stati istituiti dalla Comunità Europea tramite specifiche Direttive volte a garantire la salvaguardia della biodiversità e la conservazione di habitat naturali, comprese la flora e fauna ivi presente. Trattasi della Zone di Protezione Speciale ZPS “IT3270023 – Delta del Po” e del Sito di Importanza Comunitaria  SIC “IT3270017 Delta del Po: tratto terminale e delta veneto”.

 

Nel 2015 il Delta del Po è stato riconosciuto come riserva della Biosfera del programma MAB dell’UNESCO. Le Riserve di Biosfera MaB UNESCO individuano infatti in alcune aree gli ecosistemi terrestri, costieri e marini in cui, attraverso un’appropriata gestione del territorio, si coniugano la valorizzazione dell’ecosistema e della sua biodiversità con le strategie di sviluppo sostenibile.

Valle Segà, dunque, è considerata area di cruciale importanza per la biodiversità e il paesaggio dalla scala locale a quella internazionale.

Al fine di perseguire una corretta gestione ambientale, Valle Segà persegue i seguenti obiettivi:

  • conservazione dell’ambiente: gestione e potenziamento della biodiversità tramite incisive azioni di gestione attiva;
  • conservazione delle tradizioni storiche e culturali della vita in Valle – Vallicoltura;
  • sviluppo sostenibile: attività di acquacoltura, ecoturismo e didattica svolte in equilibrio con l’ambiente vallivo;
  • attività continuative di studio, ricerca e monitoraggio ambientale, in collaborazione con l’Associazione Culturale Naturalistica Sagittaria.

Quattro gli ambienti principali presenti in Valle Segà, di seguito descritti.

Laghetti d’acqua dolce, fra cui “Croce”, “Tamariso”, “Scoti” e “Prete”: acqua bassa, a limitato tenore salino e proveniente dal fiume Adige (salinità inferiore all 8 ),, con presenza di fasce di cannuccia di palude (Phragmites australis), isole e barene. Si concentra qui l’avifauna acquatica, sia in nidificazione – come Beccaccia di mare (Haematopus ostralegus), Avocetta (Recurvirostra avosetta), Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus) – che in svernamento o sosta migratoria. Migliaia, in autunno e inverno, gli anatidi che utilizzano questi laghi nascosti per sostare e alimentarsi, assieme a centinaia di esemplari di Pavoncella (Vanellus vanellus) e Piviere dorato (Pluvialis apricaria), e alla presenza stabile della Spatola (Platalea leucorodia), del Falco di palude (Circus aeruginosus) e, solo con la bella stagione, dell’Airone rosso (Ardea purpurea).

Grandi laghi di acqua salmastra: acqua proveniente dalla Laguna di Caleri (salinità tra il 20 e il 25 ), con barene a vegetazione alofila (Sacrocornia fruticosa, Juncus sp., Alimione portulacoides, Limbarda crithmoides) a formare gli habitat d’interesse comunitario “1410: Pascoli inondati mediterranei – Juncetalia maritimi” e “1420: Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici – Sarcocornetea fruticosi”, e vaste praterie di fanerogame sommerse, costituite in particolare da Ruppia cirrhosa, detta “grisa”. Questo è l’ambiente primario per la fauna ittica, costituita sia dalle specie d’interesse commerciale che da specie d’interesse conservazionistico e ecologico fra cui il Nono (Aphanius fasciatus) e il Ghiozzetto di laguna (Knipowitschia panizzae); purtroppo recentemente penetrato qui anche il Granchio reale blu (Callinectes sapidus). Questi laghi principali ospitano le specie di avifauna acquatica ittiofaghe e legate ai grandi spazi, fra cui Cormorano (Phalacrocorax carbo), Airone bianco maggiore (Ardea alba), Garzetta (Egretta garzetta), Fenicottero (Phoenicopterus roseus) (fino a 1.200 individui qui censiti), Cigno reale (Cygnus olor), Falco pescatore (Pandion haliatus), Svasso maggiore (Podiceps cristatus), Volpoca (Tadorna tadorna), Gabbiano roseo (Chroicocephalus genei). Nidifica qui tipicamente la Sterna comune (Sterna hirundo), occupando i “tomboli” posti al centro dei laghi.

Siepi: sia il perimetro della Valle che le barene principali sono occupati da importanti fasce di siepi; presso l’acqua salmastra prevalgono le tamerici (Tamarix sp.), mentre più sui margini troviamo la presenza anche di specie importanti quali Biancospino (Crataegus monogyna), Spincervino (Rhamnus cathartica) e Ginepro (Juniperus communis). A farla da padroni qui Tortora selvatica (Streptopelia turtur), con quattro coppie censite nel 2024 lungo le siepi meridionali; Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major); Poiana (Buteo buteo); Gruccione (Merops apiaster); centinaia di esemplari di Colombaccio (Columba palumbus). Significativa presenza, purtroppo, del Silvilago o Minilepre (Sylvilagus floridanus), una specie esotica in forte espansione.

Area agraria: a sud è posta un’area a conduzione agricola di alcune decine di ettari; è coltivata in maniera estensiva, con permanenza di ampie fasce incolte. Qui è possibile trovare la tipica fauna dell’agroecosistema del Delta del Po: Volpe (Vulpes vulpes), con ben due cucciolate censite nel 2024; Tasso (Meles meles), con due esemplari stabilmente presenti; Daino (Dama dama), presente un branco di una decina di individui; Albanella minore (Circus pygargus), che utilizza quest’area come terreno di caccia.

Il comparto degli uccelli acquatici nidificanti risulta particolarmente importante in Valle Segà, grazie alla gestione effettuata per quanto riguarda isole, tomboli e barene. In tabella il numero di coppie nidificanti censite negli ultimi anni (fonte: Associazione C. N. Sagittaria)

2022 2023 2024
Cygnus olor Cigno reale 2 cp 2 cp 4 cp
Tadorna tadorna Volpoca 2 cp 5-10 cp 2 – 3 cp
Anas strepera Canapiglia 1 cp 1 cp 1 cp
Aythya ferina Moriglione 4-5 cp 3-4 cp 3 – 5 cp
Haematopus ostralegus Beccaccia di mare 2-4 cp 4-5 cp 5 – 7 cp
Himantopus himantopus Cavaliere d’Italia 10-15 cp 25-30 cp 15 – 18 cp
Recurvirostra avosetta Avocetta 30-35 cp 20-25 cp 10 – 20 cp
Tringa totanus Pettegola 1-2 cp 4 cp 4 – 6 cp
Vanellus vanellus Pavoncella 3 cp
Glareola pratincola Pernice di mare 1 cp 1 cp
Ichthyaetus melanocephalus Gabbiano corallino 150-200 cp da 650 a 100 cp a causa del maltempo
Chroicocephalus ridibundus Gabbiano comune 30 cp da 20 a 0 cp a causa del maltempo
Sterna hirundo Sterna comune 60-80 cp 12 cp 80 – 90 cp
Sternula albifrons Fraticello 1 cp 12 cp 18 cp